Progetto Circuito Corto

Progetti

Strategia “Integrazione filiera agroalimentare”

Iniziativa realizzata con il cofinanziamento del FEARS – PSR Campania 14-20. Misura 19 sviluppo locale di tipo partecipativo – LEADER – sottomisura 19.2 – tipologia di intervento 19.2.1 – strategie di sviluppo locale – GAL Terra Protetta S.c.a.r.l. – Misura 16.1 – Tipologia di Intervento 16.1.1 Az.2 ““Sostegno per la costituzione e il funzionamento dei Gruppi Operativi del PEI in materia di produttività e sostenibilità dell’agricoltura”, progetto Corto Circuito Strategia “Integrazione filiera agroalimentare” Capofila Agriadvisor Società Cooperativa s.r.l

Il progetto: strategia “integrazione filiera agroalimentare”

TITOLO DEL PROGETTO: Circuito Corto

SETTORE/COMPARTO: Agroalimentare

Focus Area 3A

SOGGETTO CAPOFILA: Agriadvisor Società Cooperativa s.r.l

  1. TOTALE DI PARTNER: 9

DURATA DEL PROGETTO: 18 (Numero di mesi – max 18)

COLLOCAZIONE GEOGRAFICA: Comuni Territorio GAL Terra Protetta

RTS: Prof. G. Fauceglia

Contatto email: circuitocorto16.1@gmail.com 

https://www.circuitocortoterraprotetta.it/

“Circuito Corto” è il nome del progetto di innovazione gestionale per lo sviluppo rurale del territorio del GAL “Terra Protetta”.

Obiettivo prioritario è la maggiore competitività delle aziende agricole, attraverso i canali diretti della filiera corta e mediante l’adozione di un modello gestionale di tipo cooperativistico dell’offerta dei produttori agricoli e di un modello di comunicazione innovativo.

Lo sviluppo della filiera corta, e più in generale i mercati diretti generano grosse spinte nell’orientamento degli acquisti e dei consumi e nella fidelizzazione dei clienti, ma anche nell’organizzazione aziendale del settore produttivo, che deve adeguarsi a consumatori sempre più attenti e consapevoli, ma anche alle nuove esigenze di tutela ambientale nei processi produttivi e di risparmio di risorse come l’acqua e l’energia.

Circuito Corto prevede l’adozione di uno strumento gestionale, su piattaforma informatica, che interfaccia l’insieme dei produttori in un’ottica di offerta cooperativistica verso il cliente/consumatore, un nuovo modello capace di superare i punti deboli del tessuto produttivo del territorio: l’approccio individualistico del management, la scarsa penetrazione e riconoscibilità dei prodotti nel mercato, la distanza tra produttore e consumatore, la diffidenza verso le innovazioni, la disgregazione delle aziende agricole, l’abbandono dei terreni.

Circuito Corto si propone come strumento operativo funzionale per innovare i modelli organizzativi, comunicativi e commerciali delle aziende agricole e migliorarne la loro competitività e redditività.

Il progetto si rivolge prevalentemente a quegli agricoltori alla ricerca di un nuovo spazio economico e sociale in cui valorizzare le proprie produzioni che per quantità e qualità non sono compatibili con la grande distribuzione. Produttori che, in forma aggregata, individuano nuovi spazi di interazione commerciale ma anche culturale con il consumatore, dando vita ad una novelty che ridefinisce il modello della produzione, della distribuzione e del consumo di quel territorio specifico.

L’aggregazione delle aziende in un unico spazio operativo di vendita e di distribuzione diretta consente anche di definire delle strategie interaziendali, come ad esempio la pianificazione colturale, funzionale a ridurre la concorrenza tra piccoli operatori. L’approccio cooperativistico di Circuito Corto risponde meglio anche alla crescente domanda di mercato del settore Ho.Re.Ca. che richiede prodotti agroalimentari tipici in un territorio dall’elevata vocazione turistica.

Alla nuova filiera proposta da Circuito Corto potranno aderire tutti i produttori dell’agroalimentare, a costi sostenibili, perché condivisi da un gran numero di utenti, e accedere così all’opportunità di accrescere l’immagine aziendale e il fatturato annuo.

Il progetto di cooperazione (progetto pilota per un tecnologico processo organizzativo e gestionale nel settore agroalimentare) a carattere innovativo, denominato Progetto Operativo di Innovazione (POI).
Il POI è stato concepito per essere sviluppato dal Gruppo Operativo (GO) chiamato Circuito Corto del Partenariato Europeo dell’Innovazione (PEI).
Il progetto viene candidato ai benefici della misura 16.1.1 Azione 2 del GAL Terra Protetta. Le attività svolte nel Progetto , con l’Azione 2 saranno sostenute economicamente al 100% a fondo perduto.
Il progetto interessa in modo trasversale le Priorità e le Focus Area e contribuisce a soddisfarne i fabbisogni perseguendo gli obiettivi del PEI-AGRI (art. 55 del Reg. (UE) n. 1305/2013) .
Nello specifico il progetto interessa la seguente Focus Area:

“Migliorare la competitività dei produttori primari integrandoli meglio nella filiera agroalimentare attraverso i regimi di qualità, la creazione di un valore aggiunto per i prodotti agricoli, la promozione dei prodotti nei mercati locali, le filiere corte, le associazioni e organizzazioni di produttori e le organizzazioni interprofessionali” (Focus Area 3A).
In base alla composizione del Partenariato (ATS da costituire) ed in particolare in base alla localizzazione delle sedi operative dell’azienda partecipante , il progetto è attuato nel seguente territorio:

Comuni che delimitano il GAL Terra Protetta:
Agerola (Na), Anacapri (Na), Barano d’Ischia (NA), Casola di Napoli (NA),Cetara (SA), Conca dei Marini (SA), Corbara (SA), Furore (SA), Lettere (NA), Maiori (SA), Massa Lubrense (NA), Minori (SA), Piano di Sorrento (NA), Pimonte (NA), Positano (SA), Ravello (SA), Sant’Agnello (NA), Scala (SA), Serrara Fontana (NA), Sorrento (NA), Tramonti (SA), Vico Equense (NA).

Parole chiave
– Catena di distribuzione, marketing e consumo
– Competitività e diversificazione dell’attività agricola/forestale

Sintesi progetto: scenario settoriale e/o territoriale
All’interno dell’areale di riferimento del GAL Terra Protetta si riscontra la presenza di numerose imprese agricole di modesta dimensione economica della filiera agroalimentare. Queste imprese manifestano una debolezza strutturale nei confronti della possibilità di integrare fasi della filiera commerciale posta a valle della produzione e creare un sistema di gestione diretta della catena di distribuzione.
Il progetto propone, come strumento innovativo da divulgare e disseminare, un sistema che avvalendosi di nuove tecnologie e moderni processi a carattere innovativo in ambito gestionale e commerciale (adeguate alle caratteristiche del target aziendale) favorisca l’aggregazione produttiva e la gestione della filiera fino al diretto contatto con il cliente finale. Il modello innovativo si sostanzia in un modello gestionale che interfaccia l’insieme dei produttori in una ottica di offerta cooperativistica, al canale HO.RE.CA (Hotellerie, Restaurant e Catering.).

Obiettivi:
Divulgare e Disseminare l’approccio cooperativistico per aggregazione dell’offerta su scala territoriale mediante processi di innovazione nell’ambito della fase di proposta nella vendita e di delivery nel sistema produttivo del territorio del GAL. Mediante questo processo contribuisce al rafforzamento di un ecosistema imprenditoriale fertile, dove le imprese possano acquisire potere contrattuale e internalizzare il valore aggiunto correlato alle fasi poste a valle della produzione primaria. Il fine è creare un tessuto imprenditoriale maggiormente coeso, espressione di una offerta produttiva del territorio. L’introduzione del nuovo processo gestionale, modificando la cultura organizzativa, mira soprattutto a creare la possibilità per gli operatori di: diminuire i costi, migliorare i processi produttivi, elevare la qualità del lavoro, ottenere un posizionamento più favorevole nei mercati.

Problematica/opportunità:
La distanza tra il mondo produttivo agricolo e il mercato di consumo professionale di prodotti agroalimentari (B2B) risulta estremamente elevata determinando un basso potere contrattuale per i produttori e un elevato prezzo di acquisto per gli operatori Ho.Re.Ca..
La catena commerciale e distributiva è mediata nella maggiore parte delle situazioni da grossisti e da dettaglianti, i quali internalizzano grande parte del valore aggiunto, con conseguente incremento dei prezzi finali all’acquisto .
La tecnologia e l’innovazione gestionale può migliorare tale condizione accorciando la filiera e creando un rapporto distributivo diretto.
L’approccio individuale all’innovazione determina una dura selezione tale da permettere solo a pochi di realizzare il balzo tecnologico desiderato e di riuscire in modo efficiente ed efficacie a raggiungere gli obiettivi attesi per lo sviluppo delle innovazioni. Il modello cooperativistico nell’utilizzo dell’innovazione tecnologica permette ai singoli imprenditori di allargare i propri confini aziendali. Il modello proposto con Circuito Corto, già applicato con successo in alcune filiere, può trovare sviluppo nell’areale del GAL mediante una esperienza dimostrativa e di disseminazione del modello gestionale.
I mercati diretti possono essere considerati come nicchie innovative, opportunità da sviluppare. Pertanto come tale prototipo Circuito Corto si propone come un processo che porta alla “soluzione di problemi” e l’innovazione “radicale” quella che pone le basi per un nuovo sistema socio-tecnico, in quanto presuppone la sperimentazione di nuove soluzioni attraverso il coinvolgimento di nuovi attori e l’adozione di un nuovo sistema di regole, conoscenze, valori, capacità ed artefatti.
L’adozione di tale sistema gestionale appare particolarmente promettente nello studio delle dinamiche innovative dei mercati dei produttori al fine di comprenderne il potenziale innovativo e i fattori che ne possono condizionare lo sviluppo. L’ipotesi di partenza dell’analisi è il presupposto che la filiera corta con integrazione della consegna dei prodotti aziendali alla filiera Ho.Re.Ca pur non considerabili come una vera e propria novità, rappresenta comunque una forma di innovazione, nella misura in cui contribuisce a ridurre la distanza delle relazioni di produzione e consumo. In altre parole: la spinta innovativa risponde principalmente alla necessità di creare delle opportunità di emancipazione dalla grande distribuzione e di contrastare l’anonimato del settore agro-alimentare convenzionale.

Stato dell’arte della ricerca nella tematica considerata ed esposizione dei fabbisogni che ne derivano.
Lo sviluppo della “filiera corta” in Italia, in modo particolare quello dei mercati dei produttori, è di difficile quantificazione, data la mancanza di dati statistici specifici o di sistemi di monitoraggio a regime, estesi a tutto il territorio.
Negli anni più recenti l’esperienza dei mercati dei produttori ha ricevuto un ulteriore impulso, in un quadro di crescente interesse da parte dei consumatori ma anche dei soggetti pubblici, che si sono attivati direttamente per la loro promozione. Rimasta per anni quasi “invisibile” alle istituzioni, questa realtà ha infatti destato l’interesse sia di amministratori locali, che hanno percepito la sua valenza nei processi di sviluppo locale (strategie di sviluppo rurale/locale e/o di marketing territoriale), sia, e soprattutto, del Governo Regionale.
I mercati diretti generano una forte innovazione tanto nell’organizzazione del consumo e degli acquisti che nell’organizzazione della produzione. Attraverso l’interazione diretta, produttori e consumatori costruiscono una visione comune sul cibo, sul rapporto tra cibo e natura, sulla qualità, sulle pratiche produttive e di consumo.
La trasformazione dei modelli organizzativi per attivare, motivare e sostenere l’intelligenza collettiva presente all’interno e all’esterno delle singole realtà è la chiave di sviluppo della filiera corta .
Ad avvertire in maniera vitale tale “problema” sono soprattutto quegli agricoltori che, rimasti da sempre al di fuori del processo di modernizzazione, sono alla ricerca di un nuovo spazio (economico, sociale) in cui valorizzare le proprie produzioni, le quali, sia per quantità che per qualità non risultano compatibili con i circuiti della grande distribuzione. Dunque, attraverso la promozione dei mercati diretti, i “piccoli” ed i “piccolissimi” agricoltori si propongono di ridefinire il modello della produzione, della distribuzione e del consumo sulla base di principi alternativi rispetto a quelli dominanti: organizzano, cioè, nuovi spazi di incontro e di interazione (commerciale, ma anche culturale) con i consumatori e definiscono un nuovo sistema di norme per regolamentarne i caratteri e la gestione. In altri termini, si fanno promotori, in modo del tutto informale e autonomo, della creazione di un nuovo sistema socio-tecnico (di fatto danno vita ad una novelty).
Il progetto affronta le problematiche correlate alla stabilizzazione di una nicchia innovativa e il suo ulteriore sviluppo tenendo conto del necessario superamento di una serie di difficoltà di carattere legislativo, amministrativo, oltre che tecnico, logistico, economico e culturale, il che richiede l’adozione di nuove basi conoscitive, nuove pratiche, nuovi sistemi di valori, nuove regole, nuove risorse.

Descrizione degli interventi da realizzare e delle soluzioni tecnico-organizzative da perseguire
L’innovativa modalità organizzativa e gestionale che si intende proporre tende ad assicurare efficienti performance dell’impresa agricola in relazione a tutti gli aspetti della sostenibilità.
Gli strumenti per sostanziare il progetto Circuito Corto di filiera corta con gestione cooperativistica dell’offerta e delle relazioni con la domanda si basano su Future Systems: sistemi IT in grado di applicare le innovazioni su scala in modo ripetuto e garantire alle aziende l’agilità strategica di cui hanno bisogno. Il cloud computing è essenziale per i futuri sistemi IT in quanto permette alle aziende di utilizzare con successo altre tecnologie, tra cui intelligenza artificiale e analytics.

Gli strumenti serviranno a organizzare una rete di piccola distribuzione a filiera corta come opportunità per la commercializzazione dei prodotti di piccole aziende agricole e zootecniche del territorio, promuovendo la creazione di valore aggiunto economico e ambientale valorizzando il ruolo del mercato virtuale on-line su una piattaforma dedicata.
Considerato che all’aumentare della complessità delle transazioni le imprese tendono a cercare forme organizzative atte a minimizzare i costi delle transazioni stesse si propone un uso del mercato e quindi il ricorso a forme di coordinamento interno nuove assecondando la tendenza nota come “principio di adattamento” che dà luogo a un nuovo  “ciclo dell’ innovazione organizzativa ” Si propone di mettere a servizio del progetto tutte le riserve di cultura, scienza, innovazione, capacità di progettazione, in essere nel mondo delle aziende agricole, della ricerca universitaria e nel mondo imprenditoriale in genere, per determinare un tempestivo salto di qualità nella capacità di assumere un modello di agricoltura sostenibile che più si addice alla particolare realtà agro-ambientali del territorio di riferimento.
Il modello innovativo verrà applicato su piccola scala per essere mostrato agli operatori del settore agricolo e a tutti gli stakeholders attraverso una intensa attività di divulgazione e disseminazione dell’innovazione.

Le pratiche commerciali individuabili dovranno perseguire diverse strategie che si differenziano per modalità di distribuzione, per livello di trasformazione dei prodotti, e tipologia di collaborazione tra i diversi attori coinvolti da adattare tramite:

1) commercializzazione diretta mediante: consegna agli operatori (B2B) – ritiro dell’Ordine “box” Paniere;

2) interazione diretto produttori-operatore Ho.Re.Ca. con strumenti di comunicazione;

3) software e App gestionali con sistemi innovativi di comunicazione ;

4) accordi commerciali con filiere Ho.Re.Ca .

Obiettivi concreti del POI e misurabili attraverso indicatori specifici
L’innovazione proposta ha un carattere di rottura in relazione al regime dominante e presenta una potenziale capacità di riconnessione dell’impresa agricola con il territorio e le comunità imprenditoriali che lo animano.
Questa la capacità di riconnessione, insieme alla riacquisizione di agenzia e di autonomia da parte dell’Agricoltura e dell’agricoltore, rende l’innovazione proposta più promettente rispetto ad altre innovazioni perché consente di rispondere meglio alle problematiche di sostenibilità sociale economica e ambientale che sono localmente specifiche e quindi difficilmente affrontabili con ricette e artefatti omologanti e standardizzanti.
Innovazione proposta è promettente nel tempo perché capace di innescare processi virtuosi di miglioramento del capitale umano attraverso l’acquisizione continua di conoscenze e competenze sviluppando la creatività dell’imprenditore e valorizzando le sinergie che possono nascere tra Agricoltori diversi e i nuovi network trans settoriali.
– Accrescere sistemi cooperativi aperti con aggregazione delle produzioni
– Creazione di un marchio che identifica imprese e prodotti associati
– Rafforzamento delle interazioni tra mondo produttivo e consumatori in un unico processo condiviso
– Quantificazione del valore aggiunto materiale ed extramercantile che ne deriva alle imprese.
Il modello innovativo consente all’imprenditore si pone l’obiettivo di ottenere un reddito comparabile a quello di imprese analoghe con una produzione più elevata di esternalità positive ambientali sociali e culturali.
Lo sviluppo del progetto di Cooperazione si basa sul successo della innovazione introdotta e si sviluppa mediante la diffusione di questa nell’ambito rurale.
L’innovazione proposta consente di mantenere la specificità delle risorse, dei processi e dei prodotti dell’azienda senza che gli elevati costi di produzione e o di transazione associati a tale specificità comportino una riduzione delle performance economica dell’azienda.
La geometria complessiva dell’Innovazione va vista in una condizione di regime perché in un in un contesto poco partecipato ci sono delle inefficienze che non permettono uno sviluppo pieno del sistema.
Poiché l’innovazione proposta si caratterizza per la specificità dei processi e di conseguenza dei prodotti la forma organizzativa che consente la riduzione dei costi di transazione è un allargamento del mercato senza che vi sia un processo di riduzione di specificità. La forza del sistema è quella della rete cooperativistica in cui le imprese creano una strategia comune per il mercato pur mantenendo una propria autonomia decisionale.
Di particolare interesse e da evidenziare che l’innovazione proposta determina dei vantaggi competitivi che provengono da Economie di scopo ed economie di rete e che quindi la loro attuazione può prescindere totalmente dalla ricerca di economie di scala superando l’annoso problema delle piccole dimensioni delle imprese è la nuova strutturazione delle relazioni indotta dalla innovazione proposta che porta a una ridefinizione dei Confini dell’impresa agricola a una sua partecipazione a network originali che diventano il motore dello sviluppo di un nuovo modello addicono all’interno delle aree rurali.

Piano di divulgazione, di trasferimento dei risultati
Mostrare il modello esemplificando il sistema di operare in ambito di filiera corta con approccio cooperativistico e trasferire il metodo a tutti gli operatori del sistema.
L’attività di divulgazione e di trasferimento sarà finalizzata a colmare il classico divario fra i risultati della ricerca scientifica e la loro trasposizione in pratiche agricole innovative. Questa azione mira a garantire la massima diffusione del progetto. La strategia di disseminazione ha il massimo impatto nella comunità e attribuisce visibilità al progetto sia all’interno del GO sia all’esterno. A tale scopo si prevede di organizzare eventi specifici (seminari e convegno divulgativo) per un pubblico composito (enti locali, imprese, associazioni) e di ricercare i contatti più significativi in campo aziendale e pubblico. Tra gli strumenti di diffusione si ipotizza l’uso di materiale informativo e divulgativo e comunicazione via rete. A livello locale, invece, la diffusione di questo sistema presso gli agricoltori ed allevatori del territorio del GAL e quindi della regione è realizzata, inoltre, presso canali di commercializzazione per far conoscere questo nuovo strumento. Destinatari principali sono i mercati vicini e diretti da creare, la valorizzazione di siti lungo le diverse aree meglio predisposte a innovare.

ATTIVITÀ DA SVOLGERE FUNZIONALI AL PROGETTO
1 -costituzione, funzionamento e coordinamento del GO;
2 – realizzazione delle attività previste dal POI;
3 – diffusione dei risultati del progetto.

Soggetto Capofila: Agriadvisor Società Cooperativa s.r.l

Localizzazione: Campania

Area: Territorio Comuni GAL Terra Protetta

Contributo: 200.000,00 €

Partenariato:

  • UNIVERSITA’ DI SALERNO DIPARTIMENTO DI SCIENZE GIURIDICHE
  • AZIENDA AGRICOLA TAFURI SIMONA – TRAMONTI (SA)
  • AZIENDA AGRICOLA APICELLA PRISCO – TRAMONTI (SA)
  • ISFORGES SRL – ISTITUTO SUPERIORE PER FORMAZIONE E LA RICERCA GIURIDICA ECONOMICA E SOCIALE – SALERNO (SA)
  • CIRSPE CAMPANIA SOCIETA’ COOPERATIVA – SALERNO (SA)
  • CANTINE APICELLA GIUSEPPE – TRAMONTI (SA)
  • AZIENDA AGRICOLA DELLA PIETRA ROSA – MAIORI (SA)
  • ANTICHI SAPORI di ACOLELLA DINO – SALERNO (SA)

Bando di concorso per il conferimento di n. 1 (una) borsa di studio nell’ambito del progetto “Circuito Corto”

GRADUATORIA FINALE DI MERITO - Bando di concorso per il conferimento di n. 1 (una) borsa di studio nell’ambito del progetto “Circuito Corto”